Conseguenze della mancata applicazione della procedura estintiva dei reati alimentari prevista dalla riforma Cartabia - le funzioni e la centralità dell’organo accertatore.
La recentissima Sentenza della Cassazione, III Sezione Penale, n. 16082/2025

Conseguenze della mancata applicazione della procedura estintiva dei reati alimentari prevista dalla riforma Cartabia - le funzioni e la centralità dell’organo accertatore. La recentissima Sentenza della Cassazione, III Sezione Penale, n. 16082/2025

di: Avvocato Valeria Pullini

La riforma Cartabia ha innovato profondamente la disciplina dei reati in materia alimentare, introducendo nella Legge 283/1962 un meccanismo che permette l'estinzione delle contravvenzioni alimentari attraverso una procedura basata su prescrizioni correttive e sanzioni ridotte.
L'organo accertatore, nell'esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria, impartisce al contravventore un'apposita prescrizione, fissando un termine per la regolarizzazione non superiore a sei mesi (prorogabile in casi determinati).
Un aspetto fondamentale della procedura è costituito dalla sospensione del procedimento penale.
Questa sospensione rappresenta una garanzia per il contravventore, che può concentrarsi sull'adempimento delle prescrizioni senza la pressione di un procedimento penale in corso.

Vi è da chiedersi cosa accada nell’ipotesi in cui l’organo medesimo ometta di aderire alla procedura estintiva di cui agli artt. 12 ter e segg. della L. 283/1962.

La mancata applicazione di questa procedura priva il contravventore di un diritto riconosciutogli dalla legge, configurando una (potenziale) lesione della sua posizione giuridica. Questa lesione appare particolarmente significativa, considerando che la riforma ha inteso favorire un approccio riparatorio e risarcitorio piuttosto che meramente punitivo.