La responsabilità penale è personale. 
E i robot intelligenti?

La responsabilità penale è personale. E i robot intelligenti?

di: Avvocato Roberto Sammarchi

La diffusione ormai pervasiva dell’intelligenza artificiale, la cui conseguenza pratica sono i sistemi di decisione automatica inclusi in un numero crescente di applicazioni compresi i sistemi produttivi, pone al diritto penale questioni di sostanza per tutto l’impianto logico e argomentativo dell’attribuzione di responsabilità.

Un contributo fondamentale è giunto dal Parlamento Europeo il 6 ottobre 2021, con la Risoluzione sull’intelligenza artificiale nel diritto penale, che costituisce un passo verso l’atteso Regolamento sull’intelligenza artificiale, la cui proposta è stata presentata dalla Commissione il 21 aprile 2021 introducendo il metodo dell’approccio proporzionato basato sul rischio.

Se l’intelligenza incorporata in un sistema è in grado di prendere decisioni che per rapidità di calcolo, quantità di dati elaborati, logica applicata, comparazione di scenari, analisi della probabilità, ecc., sono di fatto al di fuori del controllo umano, quali principi di valutazione della responsabilità si devono e possono applicare?
Sul piano giuridico, e soprattutto sul piano penale, è inevitabile ricercare la persona o le persone fisiche (autori o concorrenti nel reato) la cui azione o omissione ha causato l’evento.

A questo riguardo si apre una serie di ulteriori questioni. La decisione automatica presa da un sistema intelligente potrebbe non avere mai, quale antecedente logico, un singolo soggetto umano in grado di causare in modo autonomo l’evento illecito.

In attesa di una evoluzione normativa che appare inevitabile tenuto conto della presenza ormai pervasiva dei sistemi intelligenti, quali sono gli strumenti immediati a disposizione dei diversi attori economico-commerciali per tutelarsi?